Innamorati del territorio

Avano – Frazione di Pezzaze

 

Etimologia: Daà nell’espressione dialettale, citato come Avano nel 1219, l’etimologia è incerta.

Scotòm (parola dialettale che indica il soprannome): Spiabüde (cioè spia buchi) in quanto quando si passa da questa frazione non si vede nessuno eppure gli abitanti vedono tutto e tutti e sanno tutto quello che succede.

 Avano è ritenuto il centro primitivo, il germe del paese di Pezzaze, l’unico nucleo di abitazioni primordiali esistente al tempo del dominio romano. Tuttavia esso faceva parte del pagus boennensis, cioè il pago romano di Bovegno e della succedanea pieve cristiana.

Ad Avano si può riscontrare sin dal XVIII secolo una vera e propria testimonianza della più antica organizzazione dell’amministrazione delle contrade in forma democratica: il Consiglio dei Capi Famiglia, ovvero la vicinia. Tale termine trae origine dalla parola vicino, ovvero colui che abita nello stesso vico, ovvero nel medesimo quartiere con altri soggetti.

Questa vicinanza fisica ha permesso che nella frazione di Avano crescessero intense relazioni personali tra i suoi cittadini volte all’aiuto materiale e spirituale degli stessi.

Proprio il senso di appartenenza a questa vicinia, nonché il profondo attaccamento ai suoi membri, ha spinto il signor Giovanni Bontacchio Zanoncini (deceduto a Pezzaze in data 9 marzo 1756 all’età di 88 anni) ad indicare, nel proprio testamento, datato 26 aprile 1744, quali eredi universali di tutti i propri beni i Capi Famiglia di Avano.

In particolare, il signor Giovanni Bontacchio Zanoncini si è preoccupato che la frazione di Avano disponesse di sufficienti “sostanze” per il soddisfacimento dei propri bisogni spirituali e materiali ed il raggiungimento dei fini di aiuto e solidarietà, quali l’assistenza agli infermi, l’educazione dei fanciulli ed il sostegno economico alle famiglie in difficoltà. Ovviamente queste opere dovevano essere finanziate con quanto lasciato dal Bontacchio Zanoncini ai Capi Famiglia che, pertanto, diventarono i consiglieri della vicinia di Avano con il compito di amministrare i beni del suddetto.

COSA VEDERE

 

 

Chiesa di San Gaetano

Come registrato dagli Annali di Pezzaze del 1505, gli abitanti di Avano fece l’elemosina per fabbricare una chiesa ad Avano. Questa è l’unica citazione di questa chiesa; come è noto, quella attuale esistente nella frazione risale al 1746 ed è dedicata a San Gaetano da Thiene, proclamato beato nel 1629 e canonizzato nel 1671. Esso fu cofondatore dell’ordine dei chierici regolari Teatini a cui appartiene Sant’Andrea d’Avellino, il cui culto è storicamente documentato a Pezzaze ed in tutta la Valle Trompia, è il Santo della Provvidenza. Ricordato il 7 agosto, nel centenario della santificazione Papa Pio XII sintetizzò la sua spiritualità definendolo acceso apostolo del divino Amore e campione insignito dell’umana carità.

Si ignora l’esistenza di un’altra chiesa ad Avano, ricordata solo da questo riferimento del 1505, appunto. E’ pur vero che la facciata dell’elegante tempietto di San Gaetano è ornata da due formelle cinquecentesche, sovrastanti il portale maggiore, che rappresentano S. Paolo Apostolo e S. Apollonio Vescovo. Da molti però si ritiene che esse provengano dall’antica parrocchiale di S. Apollonio. Un’altra ipotesi, sempre facendo riferimento agli Annali, è che l’elemosina sopracitata fosse non per una chiesa ad Avano, bensì per quella di S. Apollonio Vetere dove, l’esterno dell’abside è dipinta con motivi decorativi e vi è posta la data 1505.

Ma torniamo ora all’attuale Chiesa di San Gaetano

Quando il parroco Don Bartolomeo Faccchini propose ai propri parrocchiani l’erezione di una nuova chiesa più capiente nella frazione di Stravignino, gli abitanti di Avano si opposero fortemente. Essi vedevano infatti allontanarsi dalla loro piccola e antica frazione la Chiesa parrocchiale e accrescersi quindi il disagio del cammino per frequentarla. Così il Don Facchini fece erigere questa piccola chiesetta in stile neoclassico con un altare e soasa di marmo.

 

 

La “Piccola Università”

Don Giovanni Battista Viotti nasce a Stravignino il 14 novembre 1849. Ordinato sacerdote nel 1872, inizia il proprio ministero ad Avano, rimanendovi per un decennio, fino ai primi mesi del 1882, quando è nominato prima economo spirituale a Lavone e poi parroco della stessa frazione.

Appena stabilitosi ad Avano, incoraggiato dal parroco di Pezzaze don Stefano Bruni e da Monsignor Capretti, fonda una scuola privata preparatoria al ginnasio, la più regolare e la più frequentata di quante ne sono sorte prima e dopo a Pezzaze per opera dei sacerdoti, che in diocesi diede il maggior numero di vocazioni sacerdotali.

A quella che scherzosamente fu chiamata in Alta Valle la Piccola Università di Avano, convenivano gli alunni al mattino dei giorni feriali da tutte le parrocchie della vicaria, e anche da altre parrocchie e portavano con sé libri e cibo per il pranzo. Passavano la giornata sotto il vigile occhio del Maestro, che esigeva la massima disciplina. I ragazzi che abitavano più lontani, ricevevano anche vitto e alloggio e rientravano a casa propria la domenica.

Tra gli allievi, tredici dei quali sacerdoti, è da citare don Omobono Piotti.

Secondo la testimonianza di don Felice Contrini nel 1944 “quanti fecero il ginnasio completo sotto il Rev. Viotti altrettanti entrando in seminario furono ammessi al Liceo, meno uno”.

 

 

La testa romana di Avano

Nel muro di una casa di Avano è posta una testa virile in pietra molto danneggiata e scheggiata, ma che nell’impostazione ampia e monumentale dell’ovale del viso e nelle labbra sottili tradisce il realismo della scultura romana dell’epoca augustea.

Il pezzo faceva probabilmente parte di un monumento sepolcrale appartenente a una famiglia romana insediata ad Avano 2000 anni fa.

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