Innamorati del territorio

Quando si andava a Collio a “passare le acque”…

 

 

È un sabato mattina di luglio e a Brescia fa caldo. Chi se lo può permettere preferisce la frescura della montagna e una delle mete preferite è Collio, l’ultimo paese della Valtrompia, che dall’inizio del secolo è una rinomata stazione idrotermale, conosciuta in tutta Italia per le sue cure innovative e le acque ferruginose.

Ma torniamo a quel sabato mattina del 13 luglio 1901

 

 

Mentre gli abitanti del paese si recano in miniera armati di lampada e gavetta, gli ospiti del Gran Hotel Mella dormono ancora. Sono per lo più industriali, intellettuali, scrittori, scienziati e alti prelati appartenenti alla Brescia, Milano e Roma “bene”, attirati in questo sconosciuto paesino di montagna dall’elogio di Zanardelli, allora capo del governo, per la sua terra natale e dalle innovative cure termali. Ed è proprio lui, Giuseppe Zanardelli, il primo a trascorrere le proprie ferie qui, in questo nuovissimo hotel, costruito nel 1892 con l’aiuto economico del nipote di Crispi.

 

 

I primi ospiti che si svegliano, baciati dall’aria frizzante di montagna, attraverso le pesanti tende di broccato, vedono il sole spuntare da dietro i pascoli e le abetaie. Le tavole per le colazioni sono già pronte, posate d’argento e un vasto buffet (per l’epoca): caffè e latte, the, cioccolata, pane e burro. Sono le 8,00 e ormai gli ospiti sono quasi tutti svegli, i quotidiani sono già alla reception e le voci cominciano a inondare l’enorme atrio dell’hotel. Dopo la colazione hanno inizio le cure termali (altamente innovative per l’epoca e sotto la supervisione del direttore dell’Ospedale Maggiore di Milano): idroterapia, massoterapia, elettroterapia e dei curiosissimi bagni di luce.

 

 

 

 

 

Alle 12,00 il pranzo (quello che all’epoca era chiamata colazione) viene servito: 3 portate, dessert e vino. La cucina è eccellente e i vini delle migliori marche. Oggi la sala da pranzo è particolarmente bella, la luce del sole inonda la stanza e dei magnifici fiori adornano le tavole.

 

 

Il primo pomeriggio è dedicato al riposo: le signore si ritirano in camera per un pisolino mentre gli uomini giocano a carte, conversano o leggono sulle bianche poltroncine di legno in stile vittoriano del parco.

 

 

 

A chi non ama il riposo, il Grand Hotel Mella offre anche campi da tennis e sale da biliardo. Sembra un angolo di Paradiso, infinitamente distante dalla vita del paese, che continua incurante degli illustri ospiti dell’hotel.

Escursioni alle acque ferruginose della fonte Busana a S.Colombano e cura del latte, per “dare colore” alle giovani rampolle di città, impegnano gli ospiti fino a sera. I più curiosi visitano le bellezze locali (le cascate del Bavorgo, Tizio) e hanno modo di vedere gli abitanti del luogo, curiosi casi antropologici per gli intellettuali romani.

 

 

La cena si compone di zuppa, 3 portate, dolce e vino.

Si sta facendo buio e mentre il paese è investito da quella luce rossastra, tipica delle sere estive, che rendono l’atmosfera quasi fiabesca il Grand Hotel è inondato dell’ultimo ritrovato tecnologico: la luce elettrica.

Dopo una breve passeggiata nel parco gli ospiti prendono posto nel grande salone dove i musicisti sono già pronti: stasera suoneranno delle arie dalla Tosca di Puccini, opera particolarmente apprezzata dall’alta società.

Così mentre dall’hotel si dipanano malinconiche note il suono della fisarmonica, immancabile strumento nelle feste di paese Valtrumpine, riempie quella calda serata di Luglio.

 

 

 

Greta Crippa

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