Tra Pezzaze e Pezzoro: le due croci
SUNTO PERCORSO:
PARTENZA: PEZZAZE
ARRIVO: MONTE PERGUA
ALTITUDINE DI PARTENZA: 607 mt s.l.m.
ALTITUDINE MASSIMA: 1200 mt s.l.m.
DISTANZA: 5,4 km
Da qualche anno desideravo sperimentare un percorso trovato su internet che mi portasse dalla croce di vetta sul Monte Pergua alla croce su una cresta ancora innominata nel Comune di Pezzaze, ma non ero mai riuscita perché nessuno sembrava conoscerlo!
A fine settembre durante un’apertura del Museo Orma un signore del posto è venuto a visitare il nostro museo e parlando del più e del meno, mi ha raccontato che spesso percorre quanto io avevo letto ma mai trovato riscontro in nessuno. Era un segno, il segno che il mio sogno stava diventando realtà. Dovevo solo aspettare che arrivasse fine gennaio e la chiusura della caccia (nel luogo c’è qualche roccolo e non è consigliabile avvicinarsi durante il periodo di caccia…).
Così, a metà marzo 2021, accompagnata da un esperto in escursioni e habitué dei nostri boschi e sentieri, ho deciso di provare a realizzare il mio sogno.
Nel primo pomeriggio, ben equipaggiata con ghette, passamontagna e zaino (la mattina aveva nevicato), mi sono recata a piedi al Caseificio Richiedei dove ho incontrato il mio partner per quest’avventura con il quale, in auto, siamo andati fino a 150 mt circa dopo il nono tornante che sale verso Pezzoro. Lì abbiamo lasciato l’auto ed abbiamo iniziato la nostra escursione. Un primo tratto è una larga mulattiera lunga circa 200 mt che arriva su un piazzale. Questa strada veniva utilizzata in passato dai camion per andare a caricare materiale pietroso.
Sul piazzale abbiamo iniziato a salire dalla pietraia (circa una ventina di metri) e poi dal prato seguendo tracce lasciate dai caprioli. Dopo circa una ventina di minuti di cammino, 200 mt di ripida salita, dove ho avuto momenti di smarrimento soffrendo di acrofobia, e dopo circa 300 mt di dislivello, siamo arrivati ad un pianoro, raggiungibile anche attraverso una strada sterrata passando dall’agriturismo I Cép, percorso consigliato, sebbene più lungo, per chi non ama camminare in mezzo all’erba e senza sentiero segnato.
Dopo essermi riposata e rigenerata, ho scattato qualche fotografia dei bei paesaggi che mi attorniavano.
Siamo poi ripartiti dal pianoro lungo la larga cresta erbosa risalendo un tratto ripido e scivoloso, se bagnato, alla volta della prima croce, a 1060 mt s.l.m., non prima di ammirare una poiana alzarsi in volo proprio da sotto ai piedi del mio compagno di escursione; peccato che non siamo riusciti ad immortalare una tale meravigliosa scena! Riusciamo invece a fotografare l’insolita croce realizzata con due grossi tubi di plastica, o meglio, quel che resta dei due grossi tubi di plastica (la parte orizzontale della croce è stata sostituita da bastone di legno.
Da tale cocuzzolo, che non è la cima principale ma la spalla NE, abbiamo proseguito in direzione SW lungo la panoramica ed ora più stretta cresta NE, scavalcando un cimotto con rocce affioranti e proseguendo per cresta in saliscendi. Si è ora in vista di un altro roccolo di caccia e del proseguimento della cresta verso un’altra cima sulla destra. Raggiunto il roccolo abbiamo risalito il ripido dosso erboso dietro il roccolo da traccia poco evidente fino a raggiungere di nuovo la cresta. Proseguendo per questa abbiamo raggiunto con tratto un po’ ripido il cocuzzolo dell’antecima NE. Oltrepassato anche questo si vedeva ormai il proseguimento verso la vicina vetta: seguendo sempre la panoramica cresta erbosa con cespugli ed alberelli in leggera salita, dopo quattrocento metri dalla prima croce, abbiamo raggiunto la grande croce di legno e ferro sulla cima, a 1200 mt. s.l.m.
Il quaderno di vetta si trova in un tubo di ferro ai piedi di un piccolo altare di legno che non abbiamo firmato visto la situazione sanitaria molto incerta…
Anche in questo caso ci siamo dilettati a fare fotografie sia dei paesi sottostanti (rispetto a quest’estate sono stati tagliati gli arbusti che bloccavano la visuale su Pezzaze e Pezzoro) e del Monte Guglielmo, il monte dei Bresciani, innevato e imponente come sempre!
Abbiamo poi preso la via del ritorno. Invece di arrivare a Pezzoro, la bella frazione di Tavernole s/M posta a 911 mt. s.l.m., famosa come punto di partenza per belle escursioni tra cui quella per la salita al Monte Guglielmo, e poi percorrere la strada asfaltata, il mio compagno ha pensato di fare un percorso alternativo: la cosa al momento mi ha spaventata non poco, visto i precedenti dell’andata, ma poi mi sono resa conto che, nonostante non percorressimo sentieri segnati, il percorso era facile. Al roccolo ai piedi del Monte Pergua, abbiamo girato a destra e siamo scesi per il bosco fino alla località Prati Verdi di Pezzoro. Da lì abbiamo attraversato a mezza montagna i boschi e i prati fino a tornare all’auto.
E’ stato un pomeriggio piacevole e rigenerante, dove un altro mio sogno si è trasformato in realtà.
E a questo punto non mi resta che chiedermi: quale sarà la prossima avventura? Ai posteri l’ardua sentenza!