I “Folli” falliscono: il “Saltù dele Sele” per ora rimane un sogno
SUNTO PERCORSO:
PARTENZA: INIZIO VALLE DELLA CAVALLINA
ARRIVO: VALLATA SOPRA LA CASCATA
ALTITUDINE DI PARTENZA: 569 mt s.l.m.
ALTITUDINE MASSIMA: 1143 mt s.l.m.
SALITA CUMLATIVA: 1043 mt s.l.m.
DISTANZA PERCORSA: 7,4 km
Frequentando da poco la Valle Trompia, ed in particolare Pezzaze, sentendo parlare spesso di una cascata, oggi, domenica 15 gennaio 2017, abbiamo deciso di intraprendere questa passeggiata.
Visto le temperature così rigide la possibilità di trovare la cascata ghiacciata sarebbe stata alta.
Partiamo così alla ricerca del “Saltù dele Sele”, come viene chiamata in provincia di Brescia questa meraviglia della natura.
Lasciamo l’auto all’inizio della Valle della Cavallina, appena sotto la frazione di Mondaro dove troviamo anche indicato il percorso didattico del Sentiero dei Carbonai
Iniziamo a percorrere la strada sterrata che porta in fondo alla Valle della Cavallina, passeggiata piacevole senza particolari difficoltà. E’ nevicato venerdì, quindi si cammina su un manto di neve ancora soffice e quasi immacolato. Lungo il percorso incontriamo delle cascine sparse a destra e sinistra della strada, soprattutto troviamo un ponte in legno con una grande tettoia a sinistra, dove i pannelli indicano il percorso didattico “Il sentiero dei Carbonai” che si snoda al di là del torrente Mella del Molinorso per circa un chilomentro. Per amore del vero, dobbiamo informare che l’intero sentiero percorso dai carbonai in passato arrivava fino al Colle San Zeno. Qui ne è stata allestita solo una piccola parte perchè sia accessibile a tutti.
Man mano che saliamo, incontriamo un secondo ponte in legno a sinistra che indica la fine del “Sentiero dei Carbonai” Proseguendo l’itinerario e ci troviamo in “Località Calabrozzo”. Qui la nostra attenzione viene catturata da una cappellina eretta nel 2006 a ricordo di Richiedei Marcello, un ragazzo di 25 anni.
Ci informiamo su questo bel giovane e scopriamo che è della classe 1920, un partigiano delle Fiamme verdi, nome di battaglia “Docile”, che muore per uno scontro solo poche settimane prima della Liberazione nel marzo del 1945.
Poco più avanti incontriamo un terzo ponte di legno sulla sinistra, dove troviamo anche l’indicazione Sentiero dei Carbonai che attraversa il torrente e decidiamo di percorrerlo, anche se poi, dopo 100 mt, ci accorgiamo che la strada che avevamo lasciato per passare sul ponte si ricongiunge.
Ora la strada si sviluppa al di là del torrente (se prima avevamo il torrente alla nostra sinistra, ora proseguiamo avendo il torrente alla nostra destra) fino a raggiungere un grande spiazzo dove termina la Valle della Cavallina. Davanti a noi una vallata che si stringe: una vista sublime, con ai lati pareti di roccia impervie che delimitano il corso del torrente. Qui inizia la Valle delle Selle. Notiamo, alla nostra destra, un cartello indicante sentiero n. 329 Valle della Mola (chiamata così in quanto è stata trovata una antica pietra che serviva da macina per grani) e Sentiero dei Carbonai, dove una passerella, anche se malconcia, ci permette di attraversare il torrente.
Notiamo che da un pò davanti a noi ci sono delle orme molto particolari che talvolta possono sembrare quelle di un bambino. Le osserviamo allora con attenzione e ci rendiamo conto che sono orme di cinghiale. Da questo momento in poi cerchiamo di fare maggiore attenzione a rumori che provengono dal bosco, si sa mai…
A questo punto iniziamo a percorrere questo sentiero in salita che da quota 700 mt s.l.m in un attimo ci porta a 800 mt s.l.m., poi, attraversato il torrentello Fosso San Zeno della Valle della Mola, ci troviamo sul versante sinistro della Valle delle Selle.
Qui ci si presenta davanti un bellissimo sentiero che, attraverso il bosco, dolcemente, ci fa risalire la valle, fino a raggiungere 900 mt s.l.m. con un cartello indicante Dosso del Resù.
Ancora pochi passi e raggiungiamo un altro cartello Dosso del Corno, 925 mt s.l.m. e qui troviamo un belvedere della Cascata delle Selle al di là della Valle che ci lascia senza parole, la magnificenza di quella vista ci fa provare forti emozioni….
Ora ci troviamo a percorrere il sentiero n. 329.
Dopo aver ammirato la cascata da lontano, quasi completamente ghiacciata, in tutta la sua maestosità, vogliamo avvicinarci il più possibile cercando di arrivare ai suoi piedi. E così iniziano i nostri problemi: dovremmo: attraversare la valle, superare le pareti scoscese, camminare sulla neve ghiacciata, il tutto senza una cartellonistica che ci indichi la strada. Purtroppo non possiamo far altro che desistere. Allora decidiamo di percorrere il sentiero che ci porterebbe alla Malga Vivazzo e da lì al Colle San Zeno, ma visto ormai che la giornata sta per concludersi e il freddo rigido inizia a farsi sentire, concordiamo sul fatto che è meglio tornare alla base. Ripercorriamo a ritroso tutto il percorso e in un’ora circa raggiungiamo l’auto, da dove si cominucia a rivedere l’abitato di Mondaro.
Tirando le somme, abbiamo ammirato la cascata da lontano, trascorso una bellissima giornata a contatto con la natura selvaggia ed ora, dopo aver raccolto altre informazioni, cercheremo di raggiungere la Cascata fino ai suoi piedi… tutto questo però alla prossima puntata!