Miniera Sant’Aloisio – Trekking minerario


Trekking minerario: esplorazione del cuore della montagna attraverso i cinque sensi…

[…] Dopo la forte esperienza del mattino a Miniera Avventura e dopo un buon pranzo rifocillante in un ristorante a cinque minuti di auto, eccoci tornare alla Miniera per continuare a vivere forti emozioni. Ora è il momento del Trekking Minerario!
La giovane ma competente ragazza in biglietteria ci ricorda che la temperatura all’interno della miniera è di circa 8°C, prendiamo quindi le nostre felpe ed un paio di scarponcini dall’auto e ci dirigiamo verso il piazzale antistante l’ingresso.

Ed ecco che qui ci aspetta la nostra guida. La riconosciamo! E’ la stessa persona che ci ha accompagnato ad Halloween alla Miniera Marzoli. L’Associazione ScopriValtrompia continua a stupirci positivamente! Ed ecco che ora ci spiega il percorso in modo conciso ma con precisione, e con molta dolcezza ci consegna un caschetto munito di lampada. Continua raccontandoci la storia di questa importante miniera e del piazzale dove ci troviamo ora: dal suo sguardo e voce traspare una grande passione ed amore per questi luoghi. Con abilità la guida è riuscita ad aumentare la nostra curiosità, non possiamo più resistere, dobbiamo entrare in quella miniera: come se ci leggesse nel pensiero, la nostra guida ci illumina l’imbocco: dalla luce e calore del sole, ci troviamo completamente al buio e iniziamo a sentire l’aria fredda soffiare verso l’esterno.

E’ venuto il momento di fare i conti con quell’ambiente, dobbiamo abituarci a gestire la luce delle nostre lampade da un lato per riuscire a sconfiggere l’oscurità e dall’altro evitare di accecare i nostri compagni di viaggio. Ammiriamo con stupore la roccia che ci circonda e che presto diventa un banco di minerale: ebbene sì, siamo attorniati da sideritecarbonato di ferro, che brilla puntando le nostre lampade…

Arriviamo alla galleria storica che indica la data 1887. Come è stretta, ma è anche tutta concrezionata, che meraviglia della natura… Qui riusciamo a capire perfettamente cosa si intende quando si dice che la natura sta riprendendo i propri spazi, rubati per qualche secolo, o poco più dall’uomo.

Dopo aver rimirato tante curiosità di cui ignoravamo l’esistenza, arriviamo alla prima scala e alla discesa di un livello. Ci teniamo saldi alla corda di sinistra per non cadere, ma mentre scendiamo, guardiamo con attenzione le rotaie che scorrono parallele a noi e dove una volta i vagoni venivano tirati su o lasciati scivolare grazie all’ausilio di un argano oggi non più visibile.

Ora la volta della galleria tende ad abbassarsi fino ad un punto in cui, io in particolare, devo quasi mettermi in ginocchio per non picchiare la testa: tentativo fallito, fortunatamente il caschetto corre in mio aiuto e mi protegge. Subito dopo questo tratto ci troviamo davanti alle “castelle”, strutture di sostegno, e qui la nostra guida ci invita ad ascoltare i rumori della miniera e a spegnere le lampade: ecco il buio perfetto che non abbiamo mai avuto modo di sperimentare.
Dalla titubanza iniziale, iniziamo ad abituarci e a lasciare spazio agli altri sensi, e così udiamo in lontananza l’acqua scorrere dall’alto verso il basso, iniziamo a sentire il profumo del legno umido e quello del minerale… strano, non mi era mai capitato prima di sentire il profumo di una roccia…
Il tatto non è da meno: sfioro la roccia con la mia mano ed ecco che la sento fredda, ma amica, perchè diventa il mio sostegno.
Respiro profondamente e anche la mia bocca riesce a percepire il gusto di quell’ambiente, un gusto acre, polveroso, ma estremamente avvolgente e invitante
Andiamo oltre e incontriamo una seconda scala per tornare al livello dove ci trovavamo prima: la salita è impegnativa anche perchè dobbiamo, anche in questo caso, rimanere chini.

Con questo buio è difficile mantenere l’orientamento, ma la nostra guida e le indicazioni sulle pareti, ci fanno intuire che tutto è sotto controllo.
Altre tre cose che mi hanno colpito profondamente: le pisoliti, lo cosiddette perle di miniera, bellissime e colorate, le vasche di raccoglimento, grandi vasche completamente piene di fango, ben protette per evitare che ci si cada dentro e le canne d’organo, meraviglioso effetto sonoro creato dal minerale in caduta libera sbattendo contro tubi in ferro che servivano a riparare le gallerie.

Senza accorgeci è già passata un’ora e mezza ed è arrivato il momento di uscire da questo tesoro nascosto. L’impatto con la luce del sole è accecante, per questo la nostra guida cio fa avvicinare lentamente all’uscita a ci fa abituare la vista.
Una volta all’esterno, guardo tutti i nostri compagni di avventura e loro guardano me; provo una sensazione strana e mi tornano alla mente le parole del poeta romantico ColeridgeEgli se ne venne, come stordito, e fuori dai sensi. E quando si levò la mattina dopo, era un uomo più triste e più savio”.


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